Circa il 95 per cento della somma erogata. Era questo il compenso, ma sarebbe meglio parlare di vero e proprio bottino, di un’impiegata Inps di Colleferro che, dal 2004 al 2011, ha truffato l’ente previdenziale per oltre un milione di euro. Quasi tutti finiti nelle sue tasche.
A scoprire ammanco e raggiro sono stati i finanzieri del comando provinciale di Roma, insospettiti dall’eccessiva mole di lavoro della donna, dopo un’indagine di vari mesi diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri. In poco tempo, infatti, l’impiegata aveva autorizzato un numero decisamente alto di ordinativi di pagamento.
Troppi per i normali – e leciti – ritmi degli uffici. Il sistema era molto semplice. Inseriti i nomi degli indebiti beneficiari nel sistema informatico dell’Ente, all’impiegata bastava un click sul mouse del proprio computer per erogare i trattamenti previdenziali gestiti dall’Inps e far passare somme, anche piuttosto consistenti, direttamente sui conti correnti di amici, conoscenti e parenti. Ovviamente, a pagamento.
A guadagnarci, infatti, era soprattutto l’impiegata che sui versamenti prendeva alte percentuali, variabili a seconda dell’incasso e del beneficiato. Tutto senza muoversi dalla propria postazione. Il sistema funzionava benissimo, complice anche la connivenza o, in taluni casi, distrazione di alcuni dei suoi colleghi che avrebbero dovuto verificare l’esattezza di pratiche, procedure e passaggi e invece preferivano chiudere un occhio. Molti i beneficiari e le persone coinvolte nella rete abilmente costruita dalla donna.
La guardia di finanza, ad oggi, ha effettuato oltre trenta perquisizioni tra Lazio e Toscana, che hanno permesso di recuperare molta della documentazione che prova il traffico. Denunciate trenta persone. I finanzieri, inoltre, hanno chiesto al pm il sequestro dei beni patrimoniali intestati agli indagati, al fine di provvedere poi alla confisca «per equivalente». Le indagini, intanto, proseguono per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri dipendenti. (ass)