Ad incastrare il benzinaio sarebbero state le immagini della sua auto, una Fiat Punto, che sarebbe stata ripresa dalle telecamere nei pressi della scuola “Morvillo-Falcone” poco prima dell’esplosione della bomba. Le telecamere della zona avrebbero ripreso anche un’altra automobile, appartenente ad di un familiare dell’uomo.
Il sospettato sarebbe crollato dopo un lungo interrogatorio, alla presenza del procuratore di Lecce Cataldo Motta e del capo della direzione investigativa della polizia di Stato Francesco Gratteri.
Il benzinaio è accusato di strage aggravata dalla finalità di terrorismo. Alla base del suo gesto ci sarebbe una vendetta privata. Probabilmente rancori non nei confronti degli studenti o di loro familiari, ma contro il preside della scuola Angelo Rampino. Come già anticipato oggi dal capo della polizia Manganelli, non ci sarebbe pertanto alcun coinvolgimento della criminalità organizzata né degli anarchici o altri terroristi.
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